venerdì 11 febbraio 2011

incipit

Jean-Luc Godard amava dire che "il cinema è il cinema", evocando la sua capacità di forgiare opere nel senso proprio del termine, testi compiuti, il cui significato - più o meno evidente - è interamente compreso nelle loro forme e contenuti.
Fra le qualità televisive che più mi affascinano, invece, c'è l'irriducibile capacità di non trasmettere nulla.. o meglio nulla che possa essere equiparato a un'opera, un testo compiuto che possa essere recepito, delimitato ed esaminato in quanto tale.
Il cosiddetto "programma" è un surrogato, una “illusione di opera” che fu introdotta per facilitare la lettura della televisione da parte di spettatori inesperti. Il suo unico prodotto è il flusso: colorato, variegato, senza soluzione di continuità, che pretende di interagire con il telespettatore (o la sua ipotesi) per poter forgiare i propri significati.
E' uno schema di fruizione assolutamente innovativo, rispetto ai media precedenti alla tv, che ha anticipato alcune caratteristiche dei media digitali e che oggi può essere importante identificare ed esaminare appieno.
Conto di dare un contributo con questo blog.. il cui titolo non considero una tesi da dimostare ma un punto di vista da cui partire:
LA TV NON E' LA TV.

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