martedì 25 ottobre 2011

Le 11 professioni del futuro che c'è adesso

Sono felice di essere stato invitato, lo scorso sabato, dai professori della Lumsa Cesare Protettì e Donatella Pacelli a dialogare con Derrick de Kerckhove su le nuove professioni del mondo del giornalismo e della comunicazione. E' sempre piacevole partecipare a iniziative di confronto e riflessione e scoprire l'interesse di molti, anche giovani, a scambiare le proprie idee o metterle in discussione.  In questo caso, sono doppiamente contento perché il confronto è stato molto fertile, grazie all'idea di De Kerckhove di presentare un'analisi comparata delle nuove professioni del web così come erano state identificate dall'Osservatorio TuttiMedia nel 2004 e dalle ulteriori nuove professioni del giornalismo e della comunicazione on line che oggi, nel 2011, sono le più richieste in Rete secondo una ricerca di Accenture.

Nel breve volgere di 7 anni, uno sviluppo sincopato della comunicazione in Rete (solo apparentemente lineare) ha condotto dalla ricerca di profili professionali che parevano molto innovativi, come "Web Editor", "Database Administrator", "Web Art Director", "Web Content Manger" o anche "Information Broker", verso profili più particolari e più discutibili.
Le 11 nuove professioni del "futuro che c'è adesso" sono:
- l'ottimizzatore di titoli, specializzato nella capacità di scrivere titoli che possano attirare i clic dei lettori;
- l'aggregatore di notizie, che recupera news da tante fonti informative per costruire la propria testata;
l'esperto di narrazione (o, meglio, narratività), che cura lo stile di un articolo per renderlo il più possibile "una storia" che i lettori seguano dall'inizio alla fine; 
il detective di dati, pronto a soccorrere ogni tesi con informazioni "oggettive" a suo supporto;
l'addetto a seguire le notizie, che opera un'azione di "filtro" di ciò che può interessare un soggetto o un'azienda;
- il curatore esplicativo, capace di trovare le risposte alle domande provocate dalla lettura delle notizie stesse;
- lo specialista di slideshow, specializzato nelle presentazioni multimediali;
- il viral checker, specialista di viralità, cioè azioni di marketing e promozione virale;
- il networker, esperto di gestione delle community professionali e, soprattutto, di crowd-sourcing (cioè di attività non retribuite di ideazione e progettazione di servizi o prodotti);
- il creatore di E-Book (l'unico prodotto "nuovo" che il pubblico è disposto a pagare);
- e, infine, il web developer, che rappresenta molto più del "vecchio" web editor.

Ciò che più mi ha colpito nel fare un confronto tra il primo e il secondo gruppo di profili professionali è la loro differente genesi implicita. Il Web Editor o le altre figure del 2004, anche quelle meno tecniche in senso informatico, sembravano proposte professionali intente a rispondere a una grande potenzialità, quella della Rete appunto. C'era in molte di loro (a riguardarle oggi) un forte carattere di pro-attività, come se ognuna di loro fosse una proposta differente per cavalcare e domare in modo diverso la natura selvatica della Rete.
Le professioni cercate oggi, invece, mi sembrano risposte necessarie a una Rete che ha preso tutt'altre strade rispetto a quelle ipotizzate qualche anno fa. Alle proposte incerte di sette anni fa si sostituiscono oggi le risposte precise prodotte da riflessi condizionati e quasi spontanei, come fossero del corpo più che della mente, alle onde della comunicazione che si abbattono sulle nostre spiagge.

Il problema non è solo "filosofico", ma assolutamente concreto.
Non solo perché ognuna di queste nuove figure professionali pone problemi metodologici e operativi rilevanti, ma anche perché, nel complesso, il loro livello di qualità intrinseca appare molto limitato.
Per averne un'illuminante rappresentazione, basta porsi una domanda: mentre qualche anno fa nessuno poteva neanche immaginare che colui che si chiamava "Giornalista" fosse sostituibile da un software, posssiamo avere la stessa certezza a proposito del "Aggregatore di Notizie" ?....
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lunedì 10 ottobre 2011

Il trade-off tra identità e socialità



Segnalo la breve video-intervista, curata dall'Osservatorio TuttiMedia, ai margini del convegno "McLuhan. Tracce del futuro".