lunedì 4 luglio 2011

Libertà e potere. oggi, in rete

Qualche giorno fa ho partecipato alla presentazione dell'ultimo libro di Carlo Formenti "Felici e sfruttati. Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro", edito da EGEA, di cui ho trovato in rete questo ottimo estratto dal titolo "Net economy, i guru pentiti rileggono McLuhan".
Il dibattito stimolato dal libro è stato intenso e vivace, con i contributi pertinenti di Formenti e vari ospiti. Nei giorni seguenti ho riflettuto su alcune delle considerazioni ascoltate e ho focalizzato una serie di tematiche che penso debbano essere poste al centro dell'attenzione degli studiosi, su cui credo bisogna ancora produrre un maggiore approfondimento.

- La crescita mondiale di una nuova forma di capitalismo che non si fonda sul lavoro né sul contributo ricompensato di lavoratori.

- La sempre più crescente sostituzione di forme di lavoro intellettuale con algoritmi semantici in grado di produrre contenuti da contenuti.

- Il diffuso utilizzo da parte delle aziende della net economy di forme di produzione tacite, spesso involontarie, sempre gratuite, almeno nel senso di non ricompensate in denaro.

- La proliferazione in rete dei cosiddetti prosumer, cioè tutti coloro che sono al tempo stesso produttori e consumatori delle "merci" di informazione che scrivono, segnalano, leggono, condividono.

- Le forme di "libertà obbligatoria" che sono tipiche dei più popolari sistemi di condivisione e social networking, i quali producono schemi sempre più sofisticati e irretenti, dentro i quali i soggetti che li popolano esercitano un tipo di libertà che assomiglia molto (per dirla con Gaber) a "una chitarra buttata lì: ognuno suona quello che vuole e tutti suonano quello che vuole la libertà".

- Il problema degli algoritmi di ricerca semantica (a cui ho già accennato) utilizzati dai motori di ricerca, dai siti di social network e dai nuovi browser, che sempre più potentemente sono in grado di profilare gli utenti sui loro comportamenti in rete consolidandone le abitudini fino a definirne confini sempre più invalicabili.

- La crescente polarizzazione delle diversità, siano esse geografiche, sociali o culturali: contrariamente alla promessa iniziale della rete come luogo di incontro mondiale, le istanze distanti non solo sono ancora distanti ma rischiano di essere progressivamente ancorate a posizioni di lontananza.

Penso si tratti di temi assolutamente prioritari, che hanno radici lunghe ma che oggi si manifestano con così tanta chiarezza da divenire urgenti. Credo che il contributo degli studiosi può essere utile alla classe politica a comprendere meccanismi della nuova economia che vanno necessariamente monitorati e governati. Oggi, mi pare, abbiamo consolidato maggiori capacità di analisi rispetto a quando McLuhan, allarmato, scriveva riferendosi ai suoi colleghi che..

Parlare sempre di libertà e mai di potere è il risultato di una diffusa confusione mentale.

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