giovedì 7 aprile 2011

Il grande fratello è un algoritmo

Sul blog di Derrick De Kerckhove e Maria Pia Rossignaud ho letto un post molto interessante relativo a una tendenza verso cui stanno andando i motori di ricerca di Internet: l’editing algoritmico invisibile del web.

Già sapevamo della complessità – oltre che dell’evidente potenza - degli algoritmi utilizzati in Rete da Google e dagli altri motori di ricerca. Già avevamo percepito che nei risultati delle ricerche, nel fatto di trovare più o meno facilmente un certo contenuto, interferiscono tanti elementi etero-testuali, cioè estranei ai contenuti oggetto di ricerca.

Ad esempio, l’algoritmo di Google assegna a ogni sito una serie di punteggi per valutarne la pertinenza rispetto ciò che può cercarvi l’utente. In funzione dei punti, risultano più importanti dei contenuti di un sito una serie di fattori dinamici che Google registra e poi utilizza per gli indici: ad esempio, il numero dei link da e verso altri siti, il numero degli utenti che mettono il sito tra i "preferiti", la cd. "frequenza di rimbalzo"... cioè la percentuale di utenti che dopo aver scelto un sito da Google decidono di tornare indietro.. più alto è il numero di coloro che “rimbalzano”, peggio il sito è considerato sul motore di ricerca.  
Oggi occorre evidenziare un pericolo maggiore e crescente: memorizzando i risultati personalizzati di ricerca, gli update dei motori e dei siti di informazione minacciano di limitare la possibilità dei lettori di essere esposti a informazioni nuove, diverse, “altre”, anche a livello formale, rispetto quelle a cui sono già stati sottoposti, restringendo quindi il loro “sguardo”. L’effetto immediato e evidente di questo tipo di algoritmi è che alla stessa ricerca, effettuata da soggetti diversi, potranno corrispondere risultati differenti in funzione di vari elementi personali. Ad esempio sulla base della geo-localizzazione: alla stessa domanda, un cittadino del sud del mondo potrebbe ricevere risposte diverse rispetto a un cittadino del nord. Già oggi il servizio Googles Updates permette di perfezionare le ricerche per renderle più vicine alle esigenze del “ricercatore”, purtroppo visto sempre più solo come “consumatore” e in esso costretto a trasformarsi.

Insomma, algoritmi sofisticati e potenze economiche del web sono la fusione nitro-glicerinica in grado di far sparire il carattere originariamente più affascinante della Rete: la diffusa presenza della diversità.

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