domenica 6 marzo 2011

come le calze a rete

La televisione è sensuale come le calze a rete
Il paragone è rischioso e il suo significato piuttosto criptico, come avviene del resto nella gran parte delle affermazioni che ci ha lasciato Marshall McLuhan. Le sue frasi, i suoi aforismi più o meno ricercati, sono ognuno un tassello di un vasto e variopinto “mosaico”, che ancora oggi agli occhi degli studiosi appare sorprendente e assolutamente affascinante.
Passo passo, ci proponiamo di fare luce su un tassello alla volta, scegliendo fra quelli che più evidentemente si prestano a parlare di mezzi di comunicazione di massa, naturalmente con uno sguardo privilegiato alla televisione e le sue nuove correlate digitali. In questo senso, il parallelismo tra tv e calze a rete è invitante, oltre che originale.
Per capire il significato dell’aforisma non bisogna limitarsi all’attributo di sensualità, ma ragionare specificamente su ciò che contraddistingue le calze femminili cosiddette “a rete” rispetto le altre. Non si tratta, cioè, di un esempio casuale: sostituire le calze con un altro oggetto considerato “sensuale” farebbe perdere gran parte dei significati evocati dal paragone. Occorre quindi osservare specificamente le calze a rete.
La caratteristica più evidente, quella fondamentale, è la differenza nella forma strutturale: la calza non è più un tessuto finemente intrecciato in grado di comporre un velo uniforme, ma risulta tutt’altro: i suoi fili sono spessi e intrecciati in una trama aperta, che ricorda una rete da pesca e che espone direttamente, agli occhi altrui, la pelle della donna. La forma delle calze a rete è una discontinuità strutturale, un’alternarsi di vuoti e pieni, un susseguirsi di lacune che l’occhio è chiamato a colmare. La sensualità è il prodotto di un rapporto tra la forma dell’oggetto e il suo osservatore, il cui atteggiamento può essere decisivo: un occhio distaccato può focalizzare la trama e coglierne le reali qualità.
L’aforisma di McLuhan è quindi profondo e illuminante. Basta seguire un telefilm (un prodotto negli anni sempre più propriamente “televisivo”) per avere prontezza delle sue qualità strutturali e delle profonde differenze con il tessuto finemente intrecciato del cinema.         

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