martedì 1 novembre 2011

L’impotenza dei telegiornali (quando ride Sarkò)

La bufera economica che sta colpendo il nostro Paese, portandolo in poco tempo ad essere il più grave pericolo che l’Unione Europa ha mai corso fin dalla sua nascita, sta mettendo a nudo tutta l’inadeguatezza di gran parte dei telegiornali italiani. Non solo la partigianeria delle loro opinioni, ma anche la scarsità dei loro mezzi professionali e deontologici.
E’ stata emblematica la vicenda della settimana scorsa della conferenza stampa di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, in cui hanno risposto con sorrisi ironici alla domanda di una giornalista sulla fiducia che nutrono per Silvio Berlusconi. La puntata di Tv Talk di sabato scorso ha perfettamente riassunto come i telegiornali italiani hanno trattato il fatto tra il giorno stesso della conferenza e il giorno successivo: http://www.tvtalk.rai.it/contributi.asp?page=1&tipo=7&ID=928

In sintesi, addirittura 5 dei 7 maggiori telegiornali non hanno riportato la notizia (Tg5, Tg4, StudioAperto) o l’hanno minimizzata (Tg1 e Tg2), mentre solo chi ha seguito il Tg3 e il Tg di La7 ha avuto modo di sapere cosa era successo. Eppure il giorno seguente, dopo che il Governo aveva diffuso un comunicato in cui stigmatizzava le risate dei due Primi Ministri e dichiarava di “non accettare lezioni da nessuno”, tutti i telegiornali si sono precipitati a commentare e dare le proprie opinioni sulla vicenda: “Sarkozy ha esigenze elettorali..” (Tg1), “la Francia non è in grado di dare lezioni all’Italia..” (Tg2), “Ma che pensino ai loro Paesi..” (Tg4), “L’hanno fatta grossa..” (Tg5), fino a paragonare il Presidente francese a una iena: “Sarkozy Ridens..” (StudioAperto).

Oggi, in Italia, appare purtroppo quasi scontato che ci siano testate giornalistiche (le virgolette sono d’obbligo per chi – come noi – crede ancora al giornalismo..) che un giorno decidono di ignorare completamente una notizia e il giorno seguente la danno per scontata.. ancora senza raccontarla, ma coprendola di opinioni e commenti. La regola base del giornalismo è distinguere i fatti dalle opinioni, mentre qui le notizie passano direttamente da negate a commentate.

Purtroppo l’offerta televisiva dei telegiornali italiani non ci stupisce più, oramai sono tutti ampiamente prevedibili, anche quelli che le notizie le danno con l’idea di aggravarle. Ma non possiamo rassegnarci, non può starci bene. La verità è che si assumono funzioni che non sono loro. Dovrebbero fare – innanzitutto – cronaca. Ma oramai la cronaca della politica si vede solo su La7, perché tutti gli altri telegiornali sono troppo condizionati dall’eccessiva vicinanza, dalla ‘parentela’ direi, con i protagonisti della lotta politica. Fino a 4-5 anni fa, questi comportamenti devianti dei giornalisti nostrani (le omissioni, le minimizzazioni, ecc.) erano molto meno spudorati. Probabilmente perché loro stessi non ne erano ancora assuefatti. Basta ricordare le polemiche che ci furono quando il Tg1 di Mimun minimizzò l’insulto (“Kapò”) di Berlusconi al deputato europeo Schultz.

Ma quest’ultima vicenda ci insegna anche un’altra cosa, se ci pensate bene: che i direttori dei telegiornali italiani cominciano a percepirsi come deboli, come impotenti. Hanno cominciato a dare per scontato che le notizie arrivino comunque, nonostante i loro innumerevoli sforzi per censurarle, ometterle, distorcerle.. ne siamo sempre più convinti anche noi.

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