sabato 14 maggio 2011

Prendere il controllo delle persone sullo Schermo

Gli spot televisivi delle reti Mediaset avevano diffusamente spiegato i 5 “buoni motivi” per guardare e seguire “Human Take Control”, il programma di Italia1 che veniva annunciato come il primo programma italiano di un nuovo genere, definito come “Reality-Game”:


Nonostante i motivi decisamente attraenti, il nuovo programma è durata ben poco: appena tre puntate, che hanno raccolto mediocri risultati a livello di audience e che hanno convinto i dirigenti del canale a chiudere anticipatamente la trasmissione.    

Il format del programma possedeva molti elementi innovativi, a cominciare dal fatto che il pubblico aveva un controllo totale dei partecipanti al reality, i quali, chiusi in piccole celle, indossavano solamente tutine colorate ed erano completamente “manipolati” dalla volontà dei telespettatori. I concorrenti erano stati presentati esplicitamente come dei “Tamagotchi” lasciati totalmente nelle mani del pubblico, che aveva la possibilità di decidere su tutte le azioni che i Tamagotchi umani potevano compiere, tramite il televoto e sondaggi web.

Dato che il potere del pubblico di decidere lo svolgersi e l’esito finale delle storie e delle sfide tra concorrenti è un tratto caratteristico dei reality, divenuto col tempo il più distintivo, si può dire che Human Take Control sia un ultra-reality. In questo senso, l’idea di fondo del format (consegnare al pubblico ogni minima decisione sulle azioni dei concorrenti) è abbastanza aberrante.
E tuttavia credo che saremmo ingenui se ci spiegassimo l’insuccesso del programma con l’ipotesi che gli spettatori non abbiano gradito la spudoratezza con cui si porgeva loro un “tele-comando” così potente.
   
La realtà è un’altra. Il fatto è che quando un’idea (ma anche un medium, diceva McLuhan) viene spinto all’estremo, finisce per trasformarsi paradossalmente nel suo opposto. Avviene, cioè, quello che McLuhan chiamava “un’inversione pschica di massa”.
A ben vedere, infatti, si capisce che nella programmazione dell’edizione italiana di Human Take Control (format della società Endemol sviluppato inizialmente nella Tv israeliana) è avvenuto che il pubblico avvertisse una fortissima carica di ironia e derisione del proprio “potere” nel momento stesso in cui il programma gli porgeva cotanta facoltà.

Credo che siano almeno due i motivi che hanno portato il pubblico a questa “inversione psichica”: il primo è la scelta dei conduttori (il Mago Forrest e Rossella Brescia), che nell’immaginario televisivo sono associati a trasmissioni comiche e a sketch surreali; la seconda ragione è la scelta di selezionare i partecipanti al Reality-Game tra coloro che avevano già partecipato ad altri reality televisivi di successo (Grande Fratello, Isola dei Famosi, ecc.), creando la contraddizione di dare al pubblico la possibilità di costruire nuovi personaggi (con la loro totale dipendenza alle sue scelte) che avevano le facce di personaggi già noti (di cui gli spettatori avevano già conosciuto i tratti salienti).

Insomma, l’operazione è fallita non perché concettualmente aberrante, ma perché tecnicamente malgestita.

Gli autori italiani del programma non avevano (ancora) fatto proprio quel motto che consiglia: “Quando fai qualcosa di cui dovresti provar vergogna, nega imbarazzi e sii coerente fino in fondo”.
Altrimenti, direi, l’inversione psichica è dietro l’angolo.

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