sabato 14 settembre 2013

Twitta la Tv

Non sorprende certo che il 65% degli utenti di Twitter "cinguettano" davanti alla Televisione. E che, secondo la stessa ricerca della Nielsen (vedi Repubblica.it), il 33% parla di quello che sta guardando in Tv, generando un immediato aumento degli ascolti per i programmi citati. Il 29% delle conversazioni su Twitter ha causato cambiamenti significativi di pubblico televisivo, mentre addirittura il 48% dei programmi Tv influenza l'attività degli utenti del social network.

Quando un nuovo medium si diffonde, il suo pubblico fa sempre riferimento al medium precedente. É stato così per la televisione rispetto al cinema, per la fotografia rispetto alla pittura, persino per il libro stampato rispetto al manoscritto. Dall'incontro tra due media nascono sempre forme ibride che hanno notevole presa sulle persone entusiaste del nuovo mezzo ma non ne rivelano ancora le caratteristiche più tipiche.

Paradossalmente, solo in queste fasi di evoluzione riusciamo ad uscire dal "sonno" in cui ci ha trascinato il media precedente e vederlo nel suo complesso. È solo con Internet e le nuove tecnologie digitali che finalmente abbiamo capito la televisione, per decenni incompresa, considerata a lungo una variante del cinema o comunque un mezzo in grado di "programmare" opere compiute.

In questi periodi di "rivelazione", tuttavia, la maggior parte delle persone non si sofferma più sul mezzo precedente, ma viene trascinata dall'entusiasmo per il nuovo mezzo, dal piacere di trovare attraverso esso nuove forme di approvazione sociale, verso una "ipnosi narcisistica" che ancora per lungo tempo impedirà di capire le proprietà mediali del nuovo strumento.

martedì 10 settembre 2013

Il guru è nudo

Non è dato conoscere l'intero discorso tenuto da Casaleggio a Cernobbio (il testo è stato annunciato sul blog di Grillo e poi non pubblicato), ma il senso delle sue parole è evidente dalle citazioni riportate dai giornali.
Il "guru" ha spiegato il web al pubblico di industriali e politici sottolineando quanto sia qualcosa di completamente differente dai mass media finora conosciuti: "Internet non è solo un altro media, ma è un processo di trasformazione".
Li ha pure messi in guardia da un prossimo futuro con poche certezze: "Giornali e Tv sono gli strumenti del potere, ma per fortuna declinano davanti alla Rete".
Basta per capire che il guru dei Cinquestelle sarà pure un bravissimo imprenditore della comunicazione, ma di certo non è uno studioso dei media.
Chi ha letto qualche libro in materia, magari McLuhan, non accetta quella banale contrapposizione tra i media che fanno i ragazzi al primo anno di Scienze della comunicazione.
Chi ha studiato sa che il contenuto di un medium è sempre un altro medium. E proprio per questo è difficile comprenderne le caratteristiche più tipiche.
Ciò che vale per Internet, quindi, vale ugualmente per la televisione, la fotografia, la radio, il telegrafo, la stampa e via dicendo.
Persino la "tecnologia" della parola orale contiene un altro medium, che è il processo mentale, il quale può essere rappresentato in forme diverse, come ci insegnano le persone sorde.
Insomma, ogni nuovo media non è mai qualcosa di assolutamente nuovo, ma è una sorta di accumulazione: si aggiunge ai precedenti strumenti interiorizzando le loro strutture e caratteristiche, a volte esasperandone alcune per finire a negarle, come un rovesciamento dello schema.
Certo che la diffusione della rete è un fenomeno mediatico (e quindi sociale ed economico) enorme, che ha già cambiato e continuerà a cambiare le nostre abitudini cognitive, prima ancora che sociali, ma ciò non basta a isolarla e farne un totem.
Piuttosto, è proprio grazie a Internet che oggi abbiamo maggiore consapevolezza - almeno come studiosi - delle proprietà mediali della televisione.
La contrapposizione tra Tv e Web che Casaleggio propone è quindi molto banale e troppo semplicistica, perfino sospetta, se si considera appieno il senso delle frasi in cui parla di "potere".
Già l'ho segnalato e le parole del "guru" me lo confermano: c'è un utilizzo programmatico del web da parte di Grillo e dei Cinquestelle che serve a sostenere l’immagine “anti-sistema” del movimento presso gli altri media, a cominciare dalla tv. L'unico modo per stare tutti i giorni in televisione senza subirne la capacità corruttiva è muoversi “contro la televisione”. E il modo più elevato per apparire “anti-televisivo” è l’apologia della Rete come mezzo di comunicazione opposto alla Tv, come zona libera dai condizionamenti del potere e presunto veicolo di partecipazione diretta. Il Web per parlare alla Tv.

Già il caro Marshall ci aveva avvertito: "Ogni medium è un'arma poderosa per aggredire altri media".

 

lunedì 5 agosto 2013

la citazione

L'ho scoperto con qualche settimana di ritardo, ma mi ha fatto molto piacere: un editoriale di Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, ha citato un aforisma tratto dal mio libro su McLuhan. Vero motivo di piacere è che non si tratta di una frase nota del caro Marshall, ma di una 'chicca' che era rimasta sconosciuta per più di quarant'anni. 'Sconosciuta' ma non certo 'inedita', poiché inserita in uno dei suoi libri più importanti (La sposa meccanica), ben poco letto dal grande pubblico e ancor meno approfondito dagli 'intellettuali'.

Il fatto stimola molte riflessioni, sia con riguardo al 'nostro', confermando le previsioni di De Kerckhove ("McLuhan è più adatto alle menti di oggi che a quelle della sua generazione"), sia con riguardo alle attuali condizioni del sistema mediale: oggi anche il più autorevole giornale italiano non può essere 'guida' culturale ma 'eco' delle idee più interessanti che i suoi editorialisti scoprono - presumilmente - in rete.

Peraltro, l'aforisma scelto da Stella è uno dei più divertenti tra quelli di McLuhan e si presta a ulteriori riflessioni:
"Affermare che i sondaggi siano un modo per consultare la saggezza collettiva equivale a dire di poter estrarre la radice quadrata di uno spazzolino da denti di color rosa".

http://www.corriere.it/editoriali/13_giugno_06/il-coraggio-di-decidere-gian-antonio-stella_86691bbc-ce62-11e2-869d-f6978a004866.shtml

domenica 21 luglio 2013

Tanti auguri Marshall

Oggi è il compleanno di McLuhan.
Il 21 luglio di 102 anni fa, infatti, nasceva a Edmonton, Canada occidentale, quasi Alaska, un bimbo che fu chiamato Marshall.
Che crebbe e studiò letteratura inglese a Manitoba. Si trasferì in Inghilterra, si specializzò in comunicazione a Cambridge. Che insegnò prima all’Università del Wisconsin, Stati Uniti, eppoi a quella di Toronto, ancora Canada. Che non scelse un punto di vista.
Che vide crescere la radio, la televisione, la pubblicità. E al loro diffondersi scrisse di una Sposa meccanica, di una Galassia Gutenberg, di molte Estensioni dell’uomo.
Che fece scalpore. Diventò il fenomeno della contro-cultura intellettuale. E “l’imbecille più convinto del secolo”.
Che fu contestato e poi dimenticato.
Che insegnò a vedere le cose nel profondo, a dubitare del proprio sentire, a capire che l’invenzione è la madre delle necessità.
Che è resuscitato vent’anni dopo la morte.
E da dieci anni vive nei libri sui mass media, nella rete di comunicazione globale, nei nodi dell’intelligenza connessa.
Ci parla di continuo e ha ancora tanto da dire.
Non possiamo che chiedergli lumi sui nuovi media, su internet, web tv e mobile.
Non possiamo che augurargli altri cent’anni di questi giorni.

http://www.huffingtonpost.it/massimo-jatosti/tanti-auguri-marshall_b_3631052.html

domenica 23 giugno 2013

L'uovo e la gallina di McLuhan

"Invece di continuare a chiedersi se sia nato prima l'uovo o la gallina, è necessario riconoscere che la gallina è solo l'idea escogitata da un uovo per produrre altre uova".

Mentre sto leggendo il libro di Freccero sulla televisione (che consiglio), colgo improvvisamente tutta la portata di questa nota divertente frase di McLuhan.
È la pagina del libro dedicata al rapporto dialettico tra media e cultura: un medium può modificare la cultura di una società, influendo sulla strutturazione del modo di pensare delle persone? oppure si tratta di uno specchio fedele in grado di rappresentare con chiarezza quello che è già lo spirito di una società?

Ecco, smettiamo di chiedercelo e - associando "uovo" a "medium" e  "gallina" a "società" - andiamo a comprendere quanto sia profondo, potente, irriducibile, l'effetto sociale dei media.