tag:blogger.com,1999:blog-68149445848034230032024-02-07T03:49:50.599+01:00i nostri schermi quotidiani(la tv non è la tv)MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.comBlogger62125tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-13440979429007707942013-11-06T22:04:00.002+01:002013-11-06T22:09:07.949+01:00Il nuovo blog su Huffington Post<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A partire da ottobre 2013 curo un nuovo blog per la testata web <b><i>Huffington Post</i></b>.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Si trova al seguente indirizzo:</span><br />
<b><u><a href="http://www.huffingtonpost.it/marco-pigliacampo/" target="blank"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">http://www.huffingtonpost.it/marco-pigliacampo/</span></a></u></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Trattando le stesse tematiche che affrontavo qui (televisione, internet, comunicazione mediata..), preferisco non aggiornare più questo blog e rinviare a quello di Huffington Post.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Aggiornerò periodicamente, invece, le pagine correlate:</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Chi sono - Libri - Articoli</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A ritrovarci sul Post!</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-45998463845318167462013-09-22T10:42:00.000+02:002013-09-22T10:42:20.472+02:00I giornali lottatori incatenati<br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La prima pagina dei giornali italiani consegna spesso la rappresentazione plastica dello stato del giornalismo nel nostro Paese. Uno legge i titoli principali e pensa "Ma non c'è altro di più importante?".. Sì che c'è, e se ne accorge se fa il confronto con i giornali esteri.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Oggi domenica 22 settembre, ad esempio, Le Monde, The Guardian, El Pais aprono tutti sull'attentato terroristico in Kenya, a Nairobi, che peraltro ha coinvolto anche occidentali. Sapete quali sono i titoli di apertura dei nostri giornali più "autorevoli"?</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Corriere: "<i>Saccomanni pronto a lasciare</i>"</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Repubblica: "<i>Caos Pd, Renzi contro il premier</i>"</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Per tacere dei vari Giornale, Libero, etc.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Chi segue la stampa internazionale sa bene che non è una giornata particolare, che anzi questo avviene quasi quotidianamente. È evidente che qualcosa non va nel giornalismo italiano. Cominciamo da qui, ad essere d'accordo che una patologia esiste. Poi possiamo dibattere a lungo sulle cause e le ragioni di fondo (che di certo non riguardano solo la categoria dei giornalisti), ma sapendo tutti che bisogna <b>cambiare per uscire da un impasse che fa solo male</b>: ai giornalisti, ai politici, ai lettori, ai giovani, alla crescita culturale ed economica dell'intero Paese.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Diceva McLuhan, già negli anni '70, che la contrapposizione quotidiana tra un giornale conservatore e uno progressista è come quella di due lottatori incatenati e chiusi dentro un baule. In Italia è ancora così: continuano a combattersi l'un l'altro ma non sanno nulla di cosa accade fuori.</span><br />
<br />
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-68450565952024524502013-09-20T19:05:00.002+02:002013-09-20T19:05:28.007+02:00Quando Facebook va in Tv<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><b>"Ehi! Tra non molto su @La7tv c'è #TheSocialNetwork. Non vedo l'ora di seguirlo su Twitter #Facebook #cinema #film"</b><br />Ieri sera giovedì 19 settembre è stata la sera del cortocircuito... come giustamente ha segnalato per primo su twitter <a href="https://twitter.com/dottavi" target="_blank">Alberto D'Ottavi</a>.<br />È la sera in cui in televisione vediamo un film per il cinema che racconta la storia di Facebook e stiamo a commentarlo su Twitter!<br />Il cortocircuito stesso è metafora di questo tempo.<br /><br />Per chi non l'ha visto: The Social Network è un film del 2010 di David Fincher incentrato su Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, dai primi passi fino alla causa da 600 milioni di dollari indetta contro di lui. Mark è uno studente ad Harvard e brillante programmatore. Dopo essere stato lasciato dalla ragazza, Erica Albright, nell'arco di una notte crea "<i>FaceMash</i>", un sito che mette a confronto le ragazze di Harvard e consente di votare tra due ragazze scelte casualmente. Il sito ha tanto successo da mandare in crash i server dell'università. Poco tempo dopo Zuckerberg si fa finanziare da un amico per avviare il progetto di "<i>TheFaceBook</i>", che diventa rapidamente popolare tra gli studenti di Harvard, eppoi Yale, Columbia e Stanford. Il successo globale va di pari passo con la necessità per Zuckerberg di fronteggiare le cause legali indette contro di lui da parte dei suoi primi finanziatori.<br />Nella scena finale del film, si vede Mark che invia una richiesta di amicizia alla sua ex ragazza Erica e effettua in continuazione il <i>refresh </i>della pagina, in impaziente attesa di una risposta.<br /><b>"c'è #TheSocialNetwork su La7. Ho scoperto che ci troviamo in questo inferno perché mark ha bisticciato con la fidanzata"</b><br /><br />I commenti viaggiano in rete e alimentare il cortocircuito può essere affascinante, ma più di tutto è sorprendente - guardando il film - il sottotesto che presenta.<br />Attraverso la storia di Facebook e del suo creatore, Fincher rappresenta una generazione di giovani emotivamente incoerenti, psicologicamente deboli, che stringe infiniti rapporti via web ma non sa come recuperare quelli a cui tiene.<br />Probabilmente Fincher non ha un giudizio positivo sulla diffusione di Facebook, sicuramente il suo film insinua nello spettatore l'idea che Internet e in particolare i social network rappresentino un'illusione, un miraggio di vita sociale.<br /><br />Il punto è che <b>lo sguardo del regista è viziato da un pregiudizio, quello di chi guarda una cultura senza spogliarsi della propria.</b><br />Un antropologo lo definerebbe come <i>un giudizio etnocentrico</i>.<br />Un mediologo come <i>il giudizio di un medium su un medium</i>: in questo caso è il giudizio del cinema su di internet.</span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span></span>MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-64676606686770760682013-09-14T11:41:00.000+02:002013-09-14T11:59:30.317+02:00Twitta la Tv<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non sorprende certo che il 65% degli utenti di Twitter "cinguettano" davanti alla Televisione. E che, secondo la stessa ricerca della Nielsen (<a href="http://www.repubblica.it/economia/2013/09/13/news/twitter_quotazione_modello_business-66442799/?ref=HREC2-9" target="_blank">vedi Repubblica.it</a>), il 33% parla di quello che sta guardando in Tv, generando un immediato aumento degli ascolti per i programmi citati. Il 29% delle conversazioni su Twitter ha causato cambiamenti significativi di pubblico televisivo, mentre addirittura il 48% dei programmi Tv influenza l'attività degli utenti del social network.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando un nuovo medium si diffonde, il suo pubblico fa sempre riferimento al medium precedente. É stato così per la televisione rispetto al cinema, per la fotografia rispetto alla pittura, persino per il libro stampato rispetto al manoscritto. </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dall'incontro tra due media nascono sempre </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif;">forme ibride che hanno notevole presa sulle persone entusiaste del nuovo mezzo ma non ne rivelano ancora le caratteristiche più tipiche.</b><br />
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></b>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Paradossalmente, solo in queste fasi di evoluzione riusciamo ad uscire dal "sonno" in cui ci ha trascinato il media precedente e vederlo nel suo complesso.</span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È solo con Internet e le nuove tecnologie digitali che finalmente abbiamo capito la televisione, per decenni incompresa, considerata a lungo una variante del cinema o comunque un mezzo in grado di "programmare" opere compiute.</span><br /><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In questi periodi di "rivelazione", tuttavia, la maggior parte delle persone non si sofferma più sul mezzo precedente, ma viene trascinata dall'entusiasmo per il nuovo mezzo, dal piacere di trovare attraverso esso nuove forme di approvazione sociale,</span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">verso una <b>"ipnosi narcisistica"</b> che ancora per lungo tempo impedirà di capire le proprietà mediali del nuovo strumento.</span><br />
<div>
<br /></div>
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-9558724988202270252013-09-10T22:07:00.000+02:002013-09-10T22:23:30.014+02:00Il guru è nudoNon è dato conoscere l'intero discorso tenuto da Casaleggio a Cernobbio (il testo è stato annunciato sul blog di Grillo e poi non pubblicato), ma il senso delle sue parole è evidente dalle citazioni riportate dai giornali.<br />
Il "guru" ha spiegato il web al pubblico di industriali e politici sottolineando quanto sia qualcosa di completamente differente dai mass media finora conosciuti: "<i>Internet non è solo un altro media, ma è un processo di trasformazione</i>".<br />
Li ha pure messi in guardia da un prossimo futuro con poche certezze: "<i>Giornali e Tv sono gli strumenti del potere, ma per fortuna declinano davanti alla Rete</i>".<br />
Basta per capire che il guru dei Cinquestelle sarà pure un bravissimo imprenditore della comunicazione, ma di certo non è uno studioso dei media.<br />
Chi ha letto qualche libro in materia, magari McLuhan, non accetta quella banale contrapposizione tra i media che fanno i ragazzi al primo anno di Scienze della comunicazione.<br />
Chi ha studiato sa che <b>il contenuto di un medium è sempre un altro medium</b>. E proprio per questo è difficile comprenderne le caratteristiche più tipiche.<br />
Ciò che vale per Internet, quindi, vale ugualmente per la televisione, la fotografia, la radio, il telegrafo, la stampa e via dicendo.<br />
Persino la "tecnologia" della parola orale contiene un altro medium, che è il processo mentale, il quale può essere rappresentato in forme diverse, come ci insegnano le persone sorde.<br />
Insomma, ogni nuovo media non è mai qualcosa di assolutamente nuovo, ma è una sorta di accumulazione: si aggiunge ai precedenti strumenti interiorizzando le loro strutture e caratteristiche, a volte esasperandone alcune per finire a negarle, come un rovesciamento dello schema.<br />
Certo che la diffusione della rete è un fenomeno mediatico (e quindi sociale ed economico) enorme, che ha già cambiato e continuerà a cambiare le nostre abitudini cognitive, prima ancora che sociali, ma ciò non basta a isolarla e farne un totem.<br />
Piuttosto, è proprio grazie a Internet che oggi abbiamo maggiore consapevolezza - almeno come studiosi - delle proprietà mediali della televisione.<br />
La contrapposizione tra Tv e Web che Casaleggio propone è quindi molto banale e troppo semplicistica, perfino sospetta, se si considera appieno il senso delle frasi in cui parla di "potere".<br />
Già l'ho segnalato e le parole del "guru" me lo confermano: c'è un utilizzo programmatico del web da parte di Grillo e dei Cinquestelle che serve a sostenere l’immagine “anti-sistema” del movimento presso gli altri media, a cominciare dalla tv. L'unico modo per stare tutti i giorni in televisione senza subirne la capacità corruttiva è muoversi “contro la televisione”. E il modo più elevato per apparire “anti-televisivo” è <b>l’apologia della Rete come mezzo di comunicazione opposto alla Tv</b>, come zona libera dai condizionamenti del potere e presunto veicolo di partecipazione diretta. Il Web per parlare alla Tv.<br />
<br />
Già il caro Marshall ci aveva avvertito: "<b><i>Ogni medium è un'arma poderosa per aggredire altri media</b></i>".<br />
<br />
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-61173602710997516222013-08-05T22:30:00.000+02:002013-08-08T22:34:01.513+02:00la citazioneL'ho scoperto con qualche settimana di ritardo, ma mi ha fatto molto piacere: un editoriale di Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, ha citato un aforisma tratto dal mio libro su McLuhan. Vero motivo di piacere è che non si tratta di una frase nota del caro Marshall, ma di una 'chicca' che era rimasta sconosciuta per più di quarant'anni. 'Sconosciuta' ma non certo 'inedita', poiché inserita in uno dei suoi libri più importanti (<i>La sposa meccanica</i>), ben poco letto dal grande pubblico e ancor meno approfondito dagli 'intellettuali'.<br />
<br />
Il fatto stimola molte riflessioni, sia con riguardo al 'nostro', confermando le previsioni di De Kerckhove ("McLuhan è più adatto alle menti di oggi che a quelle della sua generazione"), sia con riguardo alle attuali condizioni del sistema mediale: oggi anche il più autorevole giornale italiano non può essere 'guida' culturale ma 'eco' delle idee più interessanti che i suoi editorialisti scoprono - presumilmente - in rete.<br />
<br />
Peraltro, l'aforisma scelto da Stella è uno dei più divertenti tra quelli di McLuhan e si presta a ulteriori riflessioni:<br />
"<b><i>Affermare che i sondaggi siano un modo per consultare la saggezza collettiva equivale a dire di poter estrarre la radice quadrata di uno spazzolino da denti di color rosa</i></b>".<br />
<br />
<a href="http://www.corriere.it/editoriali/13_giugno_06/il-coraggio-di-decidere-gian-antonio-stella_86691bbc-ce62-11e2-869d-f6978a004866.shtml">http://www.corriere.it/editoriali/13_giugno_06/il-coraggio-di-decidere-gian-antonio-stella_86691bbc-ce62-11e2-869d-f6978a004866.shtml</a><br />
<br />MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-53074124577798843922013-07-21T18:06:00.002+02:002013-07-21T18:06:31.938+02:00Tanti auguri Marshall
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Oggi è il compleanno di McLuhan.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Il 21 luglio di 102 anni fa, infatti,
nasceva a Edmonton, Canada occidentale, quasi Alaska, un bimbo che fu chiamato
Marshall.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Che crebbe e studiò letteratura
inglese a Manitoba. Si trasferì in Inghilterra, si specializzò in comunicazione
a Cambridge. Che insegnò prima all’Università del Wisconsin, Stati Uniti, eppoi
a quella di Toronto, ancora Canada. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Che non
scelse un punto di vista</i>.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Che vide crescere la radio, la
televisione, la pubblicità. E al loro diffondersi scrisse di una <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Sposa meccanica</i>, di una <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Galassia Gutenberg</i>, di molte <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Estensioni dell’uomo</i>.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Che fece scalpore. Diventò il
fenomeno della contro-cultura intellettuale. E “l’imbecille più convinto del
secolo”.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Che fu contestato e poi dimenticato.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Che insegnò a vedere le cose nel
profondo, a dubitare del proprio sentire, a capire che <i style="mso-bidi-font-style: normal;">l’invenzione è la madre delle necessità</i>.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Che è resuscitato vent’anni dopo la
morte.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">E da dieci anni vive nei libri sui
mass media, nella rete di comunicazione globale, nei nodi dell’intelligenza
connessa.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Ci parla di continuo e ha ancora tanto
da dire.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Non possiamo che chiedergli lumi sui
nuovi media, su internet, web tv e mobile. <o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Non
possiamo che augurargli altri cent’anni di questi giorni.</span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><a href="http://www.huffingtonpost.it/massimo-jatosti/tanti-auguri-marshall_b_3631052.html">http://www.huffingtonpost.it/massimo-jatosti/tanti-auguri-marshall_b_3631052.html</a></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"></span>MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-52869254026990197202013-06-23T20:23:00.000+02:002013-06-23T20:23:33.426+02:00L'uovo e la gallina di McLuhan<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"<b><i>Invece di continuare a chiedersi se sia nato prima l'uovo o la gallina, è necessario riconoscere che la gallina è solo l'idea escogitata da un uovo per produrre altre uova</i></b>".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mentre sto leggendo il libro di Freccero sulla televisione (che consiglio), colgo improvvisamente tutta la portata di questa nota divertente frase di McLuhan.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">È la pagina del libro dedicata al rapporto dialettico tra media e cultura: un medium può modificare la cultura di una società, influendo sulla strutturazione del modo di pensare delle persone? oppure si tratta di uno specchio fedele in grado di rappresentare con chiarezza quello che è già lo spirito di una società?</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ecco, smettiamo di chiedercelo e - associando "uovo" a "<i>medium</i>" e "gallina" a "<i>società</i>" - andiamo a comprendere quanto sia profondo, potente, irriducibile, l'effetto sociale dei media.</span><br />
<br />
<br />MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-81400617211968381032013-06-09T13:38:00.000+02:002013-06-10T19:30:24.516+02:00Come i Poke a Facebook - 2<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Capire il significato dei termini usati nei social network è sempre complicato e può essere illuminante. <em>Poke</em>, ad esempio, ha una storia da raccontare.</span><br />
<br /><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In inglese significa letteralmente "stuzzicare" qualcuno per attirarne l'attenzione. Fu scelto dai creatori di Facebook qualche anno fa per una funzione che consentiva di <b>mostrare interesse</b> per un profilo personale senza chiedere "amicizia" o scrivere una mail. L'idea era fornire un modo "ufficiale" per mostrare a qualcuno il proprio personale interesse, a cui il destinatario poteva rispondere accettando le attenzioni. Se <i>pokavi</i> qualcuno, nella sua pagina appariva un'icona a comunicarglielo e chiedergli feedback, se lui sceglieva <i>poke back</i> allora Facebook consentiva ai due di essere temporaneamente "amici" e vedere i propri profili personali per una settimana.</span><br />
<br /><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Evidentemente la funzione non ha avuto successo, visto che già pochi mesi dopo era stata semplificata, rimanendo solo un modo per inviare <b>squilli virtuali</b> per attirare l'attenzione dei destinatari (questa volta già "amici"), così come peraltro già facevano gli utenti di Messenger. Un modo di comunicare, questo sì, che si è diffuso tantissimo e che <strong>accomuna i social network ai telefonini nel loro "muto" utilizzo</strong>: il trillo diventa una forma di comunicazione tutta da decifrare, che spesso non vuol dire solo "Ti ho pensato", ma molto di più in base a ciò che i due dialoganti già conoscono. Un messaggio articolato, eppure senza parole.</span><br />
<br /><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La terza generazione di Poke è storia recente, che estremizza questo modo di comunicare. A inizio 2013, infatti, Facebook ha lanciato una nuova applicazione per smartphone che si chiama, appunto, Poke. La app consente di inviare ai propri amici <b>messaggi multimediali istantanei</b>, brevi testi corredati di una fotografia o di un video, che si autodistruggono pochi secondi dopo essere stati letti dal destinatario. Chi invia il messaggio infatti decide per quanti secondi (1, 3, 5 o 10) il contenuto potrà essere letto dopo l’apertura, prima di auto-distruggersi automaticamente e sparire dal telefonino. <i>Carpe diem!</i></span><br />
<br /><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">L'idea dell'<b>autodistruzione del messaggio</b> non è originalissima, visto che da prima di Poke la usa Snapchat, una applicazione che ha riscosso un discreto successo negli Stati Uniti e che consente di inviare da smartphone a smartphone fotografie che si cancellano da sole dopo essere state viste. Tuttavia la potenza di Facebook sta immediatamente portando al successo di Poke e alla diffusione di <strong>una nuova forma di comunicazione sempre meno estesa, non più solo muta ma perfino fugace</strong>.</span><br />
<br /><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"<em>Questo messaggio è segreto. Dopo che lo hai letto, auto-distruggiti</em>."</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">(uno dei più divertiti aforismi di McLuhan)</span><br />
<div>
<br /></div>
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-17564982124305914162013-05-31T00:03:00.000+02:002013-05-31T00:10:33.741+02:00Come i Poke a Facebook<br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Oramai non c'è programma Tv nuovo (o che nuovo voglia sembrare) che non preveda un canale col web, con quello che scrivono i vari Mirko, Marika... il pubblico tutto. Alcuni fanno scorrere i messaggi in sovrimpressione, altri li leggono in uno spazio apposito, una finestra aperta sul pubblico. Così a The Voice, il programma musicale di Rai2, dove nella sua "web room", armata di Ipad, sta Carolina Di Domenico a leggere messaggi. Quelli che le arrivano dai tele-spettatori sono moltissimi, oltre 50 mila tweet nel corso delle puntate.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma che hanno da dire tutti questi messaggi? Di solito ben poco: anche fra quelli scelti e letti in diretta è tutto un susseguirsi di commenti scontati, complimenti esagerati, frasi ben poco memorabili. Stasera... un lampo di luce.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"... e posso leggere anche il tweet di Marko su di me:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Carolina sta a The Voice come i Poke a Facebook."</b></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br /></b></span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">frase straordinaria. molto più interessante e profonda di quello che l'autore stesso (credo) intendeva dire.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-48748738591620743082013-05-24T12:11:00.002+02:002013-05-24T12:17:12.462+02:00L'umanità intera come pelle<br />
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(175, 192, 227, 0.230469); -webkit-composition-frame-color: rgba(77, 128, 180, 0.230469); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Helvetica;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Ciò che più ha stupito di quanto accaduto mercoledì a Londra, dove due giovani inglesi di origine nigeriana hanno ucciso un militare britannico, non è tanto l'efferatezza del delitto quanto l'atteggiamento dei due assassini. Hanno agito, prima e dopo l'omicidio, come se il loro quartiere di periferia fosse una ribalta mondiale, come fosse assolutamente plausibile uccidere un ragazzo di Woolwich per la causa internazionale dell'islamismo militante.</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(175, 192, 227, 0.230469); -webkit-composition-frame-color: rgba(77, 128, 180, 0.230469); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Helvetica;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Lo ha sottolineato oggi Repubblica con <a href="http://ricerca.repubblica.it/ricerca/repubblica?query=Lloyd&view=repubblica" target="_blank">un commento di John Lloyd</a>, secondo cui "questi uomini vivono in Gran Bretagna, ma la loro vita mentale e spirituale è globale, si nutre di immagini e testi trovati in Internet, è incorniciata dal sogno di una Jihad così potente da poter spalancare le porte a un califfato globale. Questa visione millenaria è profondamente estranea a un Regno Unito in gran parte irreligioso, dove tutto ciò pare esclusivamente stravagante. Ma proprio questo conferisce loro una forza diabolica."</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(175, 192, 227, 0.230469); -webkit-composition-frame-color: rgba(77, 128, 180, 0.230469); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Helvetica;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><br />Le stesse cose si potrebbero dire dei fratelli americani, di origine cecena, protagonisti dell'attentato alla maratona di Boston. Giovani uomini che sono mediamente più acculturati e tecnologicizzati di coloro che vivono nello stesso quartiere (nonostante la diffusione degli smartphone, gran parte delle persone non utilizzano il web oltre i servizi più noti), ma che soffrono della propensione ad essere fortemente impressionabili da tutto quanto rappresentato sulla scena mediatica globale. La ragnatela del sistema mediatico mondiale li ha come catturati ed è nel delirio del sentirsi vittime che cresce l'idea di un atto terroristico: non più solo spettatori ma attori protagonisti. Non a caso, uno degli assassini di Londra chiede immediatamente di essere registrato da uno smartphone, conscio che sarà visto ovunque, aprendo personalmente la finestra del mondo su di lui.</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(175, 192, 227, 0.230469); -webkit-composition-frame-color: rgba(77, 128, 180, 0.230469); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Helvetica;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><br /></span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(175, 192, 227, 0.230469); -webkit-composition-frame-color: rgba(77, 128, 180, 0.230469); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Helvetica;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">L'effetto di tutto ciò è una sorta di dissociazione spazio-temporale tra la realtà 'vicina' e quella 'lontana', che la sensibilità di questi uomini distorce e inverte sistematicamente fino a convincerli che possono fare molto di più per il popolo afgano che per la signora del piano di sopra. Diceva McLuhan che "nell'era elettronica avremo l'intera umanità come nostra pelle" e in qualche modo fatti come questi ne sono una conferma, la speranza è viverne presto anche il lato positivo.</span></div>
<div style="-webkit-composition-fill-color: rgba(175, 192, 227, 0.230469); -webkit-composition-frame-color: rgba(77, 128, 180, 0.230469); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.296875); font-family: Helvetica;">
<span style="-webkit-text-size-adjust: auto; background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><br /></span></div>
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-80826946665406147332013-05-16T22:39:00.000+02:002013-05-18T13:32:34.508+02:00Il Grillismo: nuova forma di videocrazia<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Molti commentatori e notisti politici si sono interrogati negli ultimi mesi sul clamoroso successo elettorale del Movimento 5 Stelle.
Me ne sono interessato anch'io e segnalo un mio pezzo pubblicato ieri sulla rivista "Media2000".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">È un'analisi dell'uso dei media da parte del M5S, in particolare del contro-rapporto tra Grillo e la Tv.
La mia idea di fondo è che la televisione commerciale degli ultimi vent'anni abbia progressivamente diffuso schemi culturali "anti-sistema" che oggi Grillo sfrutta appieno.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"<b>Il Grillismo: una cultura (televisiva) anti-potere e assolutiva</b>"</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">
<a href="http://www.mediaduemila.it/?p=12992" target="blank">http://www.mediaduemila.it/?p=12992</a>
</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-22704166141102263222013-05-12T15:57:00.002+02:002013-05-18T13:33:00.003+02:00Notizie che non lo erano<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Da Il Post.it ennesimi sintomi di mala-giornalismo italiano:</span><br />
<span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(175, 192, 227, 0.230469); -webkit-composition-frame-color: rgba(77, 128, 180, 0.230469); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.292969); font-size: 15px; line-height: 19px; white-space: nowrap;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://www.wittgenstein.it/2013/03/18/notizie-che-non-lo-erano-201/" target="blank">http://www.wittgenstein.it/2013/03/18/notizie-che-non-lo-erano-201/</a></span></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Oramai la patologia è accertata, ma bisogna ragionare ancora molto su cause e terapia.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Le vendite di libri e giornali non sono come dovrebbero essere, ma la malattia gode di uno stato di salute eccellente" (M. McLuhan)</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-6693308924895788132013-04-20T13:24:00.000+02:002013-05-11T13:25:04.488+02:00diffuso delirio<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Vedo e leggo un sacco di gente che grida e non ascolta,</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">che ha una sola ragione e non vuol sentire ragioni altrui,</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">che crede di poter cambiare qualcosa da sola..</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Come un diffuso delirio di onnipotenza.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<br />MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-18314502707916439602013-03-20T23:10:00.000+01:002013-05-09T23:10:55.092+02:00I profeti di ieri e quelli di oggiStamane sul Corriere una lectio magistralis di Paolo Mieli su Machiavelli e Savonarola..<br />
Sembra storia che parla del presente. E dei 'profeti disarmati' di oggi.<br />
<br />"È straordinario vedere in mezzo alle passioni, agli urti, alle fantasie eccitate e al generale confusionismo dello spirito di quel momento, un giovane, che avrebbe avuto tutte le ragioni politiche d'andar d'accordo col Savonarola, mettersi risolutamente in disparte, non credere a nulla di quello che diceva, pesarlo come forza politica e presentire che essa si sarebbe dissolta alla prova del fuoco. Con grande disprezzo, Machiavelli deve aver considerato il profeta ch'entusiasmava i suoi fiorentini; e di quel disprezzo si sente ancora tutto il peso nel nomignolo con il quale ha poi bollato tutti coloro che, come Savonarola, hanno eccitato gli uomini a ideali troppo alti per l'universa mediocrità, lontani dalla realtà dei loro tempi, e non decisi ad adoprare i mezzi necessari per realizzarli… i profeti disarmati."<div>
<br /></div>
<div>
<a href="http://materialismostorico.blogspot.it/2013/03/un-nuovo-libro-su-machiavelli.html" target="_blank">Il saggio di Mieli sul sito 'Materialismo storico'</a></div>
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-84176986838480831492013-02-02T21:17:00.003+01:002013-02-02T21:17:51.058+01:00il conduttore non sa parlare? meglio!<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Calibri;">A curiosare tra i canali della tv digitale si scoprono di continuo nuovi programmi (di solito format targati USA) e nuovi “tipi da tv”, che conducono o semplicemente riempiono lo schermo. Avete notato che una percentuale altissima di questi nuovi personaggi sono stranieri? Parlano italiano, ma incappano continuamente in mille strafalcioni. Eppure sono preferiti a conduttori nostrani.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Calibri;">Non è un caso. Ciò che piace al pubblico televisivo è proprio il loro modo d’usare la lingua... che chiamerei “a bassa definizione”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Calibri;">Mi vien da dire che questa preferenza per l’accento estero (specialmente inglese, ma anche francese e spagnolo) è l’effetto particolare di un principio mcluhaniano che vale per la tv a livello generale e poi si declina in tanti aspetti specifici:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: Calibri;">“<strong><em>La televisione preferisce trasmettere procedimenti di lavorazione piuttosto che prodotti finiti</em></strong>.” <o:p></o:p></span></span></div>
<br />
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-2520361096357348252012-11-11T20:48:00.001+01:002012-11-11T20:50:55.160+01:00Ma quello non è un Flash Mob<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: Calibri;"><strong>Oggi è un giorno speciale: il flash mob è approdato al Tg1. Forse.</strong></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: Calibri;">Di certo l’edizione delle 13.30 del principale telegiornale italiano ha dedicato un servizio di quelli “di colore” (tra uno di Mollica e quelli sportivi) al particolare evento accaduto ieri, sabato <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>10 novembre, a Roma. Allo spettatore televisivo non è dato sapere molto su che cosa abbia significato. Il servizio ha informato che più di 30mila persone “<em>si sono date appuntamento via Facebook</em>” e radunate nella storica Piazza per ballare un “<em>vero e proprio tormentone musicale intercontinentale</em>”, la canzoncina di un rapper coreano che “<em>ha conquistato il mondo dei social network</em>” e ha fatto ballare “<em>da Britney Spears fino a Gabriele Cirilli</em>”. L’operazione è più che riuscita, “<em><strong>dando vita a un altro fenomeno figlio dell’era digitale: il flash mob</strong></em>”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: Calibri;">Niente di più, con tanto di sorrisino rassicurante (tipo “so’ ragazzi..”) da parte della conduttrice:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<a href="http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/edizioni/ContentSet-c33de60a-a1bf-4300-ac15-b69858f98313-tg1.html" target="_blank"><span style="color: purple; font-family: Calibri;">http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/edizioni/ContentSet-c33de60a-a1bf-4300-ac15-b69858f98313-tg1.html</span></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: Calibri;">Ci sarebbe tanto da chiedersi e cercare di capire, anziché trattare eventi del genere come banali fenomeni di costume giovanile. Eppure oggi moltissimi, vedendo una Piazza del Popolo affollata senza palco e senza slogan, si saranno chiesti perché tanti giovani abbiano sentito l’esigenza di partecipare a quel raduno. Il rischio, che corre la tv, è quello di contribuire a un “digital divide” sempre più evidente tra “tele-spettatori” e “nativi digitali”. Proprio in una fase della cultura digitale che è già al consolidamento di alcuni tratti e al rovesciamento di altre abitudini.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: Calibri;"><strong>Quello che è approdato al Tg1 non è un flash mob, o almeno non è il flash mob che abbiamo conosciuto nei primi anni Duemila</strong>. Ciò che si è visto ieri a Piazza del Popolo, e già il 27 ottobre a Piazza del Plebiscito a Napoli, sulle stesse note, non è la “folla improvvisa” che nel 2003 appariva in un supermercato o un negozio di dischi e che si dissolveva nel giro di pochi minuti dopo aver contribuito a mettere in scena qualcosa di insolito e, spesso, insensato. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: Calibri;">Nella sua forma originaria, il flash mob non prevede una finalità esplicita: anzi, non avere senso è una delle sue proprietà peculiari. Non è un caso che per quasi dieci anni questo termine – per quanto noto - non è stato mai usato per eventi organizzati a fini evidenti ed espliciti, che siano stati politici o di protesta, piuttosto che commerciali o promozionali. I<strong> due tratti distintivi del flash mob sono sempre stati la casualità della forma finale e la marginalità di una ragion d’essere</strong>.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: Calibri;">La folla di ieri a Piazza del Popolo sarà pure “improvvisa” (per quanto possa comporsi e sciogliersi rapidamente una folla così grande), ma di certo i ragazzi che l’hanno prodotta sapevano esattamente che stavano facendo. E – beninteso – sapevano non solo che si sarebbero trovati tutti insieme per ballare un motivetto coreano ma anche che – aspetto che li differenzia ancor di più dai flash mob di dieci anni fa – l'obiettivo che avevano era quello di essere tantissimi per riempire la piazza più di quello che era stato fatto a Palermo, a Napoli, ovunque finora. <strong>Un carattere di competitività che è persino l’opposto della forma anarcoide originaria.</strong></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: Calibri;">Anche sulle modalità di comunicazione per organizzare i raduni ci sarebbe molto da scrivere, a partire dal fatto che non è possibile dire che i mezzi di comunicazione utilizzati (oggi rispetto a dieci anni fa) siano gli stessi: per capirlo sarebbe sufficiente considerare Internet per il “protocollo” che è e non per il “mass medium” che non è. </span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Calibri;">Marco Pigliacampo</span></i></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: right;">
<br /></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Calibri;"><strong>“Esiste un principio piuttosto antico secondo il quale nella fase di sviluppo ogni mezzo appare in forma opposta a quella che finirà per assumere”. <o:p></o:p></strong></span></i></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: right;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><strong><span style="font-family: Calibri;">(Marshall McLuhan) <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><o:p></o:p></strong></i></div>
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-10177693641738296842012-10-07T14:29:00.002+02:002012-10-07T15:35:46.414+02:00Il tragico eastwoodiano ..nella nostra vita.<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 12pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-family: Calibri;">Dalla visione di un film (un bel film) possono arrivare suggestioni notevoli..</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 12pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-family: Calibri;">Vi riporto qui il brano di una recensione del film "<em>Gran Torino</em>" di Clint Eastwood, scritta da Flavio De Bernadinis per 'Segnocinema'.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 12pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-family: Calibri;"><< Il tragico eastwoodiano. Questa anarchia reazionaria trova oggi tutti d’accordo. Riformisti conservatori e riformisti progressisti. Nostalgici della rivoluzione e riformisti progressisti. Individualisti borghesi e volontari del sociale. Credenti e non credenti. Potenti e diseredati. Illuminati della ragione e integralisti della superstizione. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 12pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-family: Calibri;">È il vuoto reazionario che esclude i sistemi di pensiero possibili. È il vuoto anarchico che alimenta un sistema di pensiero libero, ovvero libero da ogni possibile via d’uscita o salvezza. Che non si possa andare da nessuna parte è il sollievo della società post-politica contemporanea. Finalmente l’altrove è abolito. <strong>Nella “libertà senza possibilità”, infatti, consiste il mondo in cui oggi si vive.</strong> Il mondo è “libero” e al tempo stesso “senza alcuna possibilità di salvezza”. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 12pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-family: Calibri;">L’artista, allora, coglie l’esistente e lo ratifica nel segno dell’<strong>individualismo “istituzionalmente” anarchico e “positivamente” reazionario</strong>. E così fan tutti, ma proprio tutti, progressisti e conservatori, populisti e barricaderi, pacifisti e belligeranti, fedeli ed infedeli, felici e contenti. >></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<br /></div>
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-2899893423455811142012-09-02T21:09:00.000+02:002012-09-02T21:09:08.511+02:00aforismi in forma di ipertesto<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: Calibri;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Terza Pagina</i> è una rivista di promozione culturale edita da Armando Editore.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<span style="font-family: Calibri;">Segnalo la bella recensione del mio lavoro su McLuhan, dal titolo “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Gli aforismi di McLuhan, profezie in forma di ipertesto</i></b>”, scritta da Anna Lionetti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="font-family: Calibri;">Qui la recensione in formato pdf: </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;">
<a href="http://www.fileden.com/files/2011/8/24/3186982/Recensione_Aforismi_.pdf" target="blank"><span style="font-family: Calibri;">http://www.fileden.com/files/2011/8/24/3186982/Recensione_Aforismi_.pdf</span></a></div>
MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-11006373057038937882012-08-20T16:28:00.000+02:002012-08-20T16:51:06.780+02:00distribuzione google<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">L'anno scorso, appena uscito in libreria "McLuhan. Aforismi e profezie", avevo scritto su twitter:<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">"<em><span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Ho passato 5 anni a pensarlo, 3 anni a lavorarci, 1 anno a proporlo a editori, 6 mesi a convincere De Kerckhove e McLuhan (figlio), 3 mesi a sollecitare Armando Editore... e 2 giorni dopo la pubblicazione... è già su Google Libri!"</span></em><br /><br />Oggi mi sono accorto che su Google non solo è possibile vedere un'anteprima del libro, ma anche acquistarne una sua versione elettronica, una sorta di e-book che si legge direttamente con il Pc e che ha tanto di "segnalibro"...</span><br />
<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; font-size: 8pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><a href="http://books.google.it/books?id=pvA3ac6iMH4C&printsec=frontcover&dq=mcluhan+aforismi&source=bl&ots=SfUa0MKYNW&sig=XifTRupVUiHt6L2U1xGg0xsADL0&hl=it&sa=X&ei=_kkyUNbaJ8-5hAeck4HABg&ved=0CDUQ6AEwAA#v=onepage&q=mcluhan%20aforismi&f=false" target="blank">http://books.google.it/books?id=pvA3ac6iMH4C&printsec=frontcover&dq=mcluhan+aforismi&source=bl&ots=SfUa0MKYNW&sig=XifTRupVUiHt6L2U1xGg0xsADL0&hl=it&sa=X&ei=_kkyUNbaJ8-5hAeck4HABg&ved=0CDUQ6AEwAA#v=onepage&q=mcluhan%20aforismi&f=false</a></span><span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p></o:p></span><br />
<u1:p></u1:p><br />
<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">...ed è pure disponibile su Google Play la versione per Smartphone, Android, IPhone e IPad!<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; font-size: 8pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><a href="https://play.google.com/store/books/details/Marshall_McLuhan_Aforismi_e_profezie?id=pvA3ac6iMH4C&feature=search_result#?t=W10." target="blank"><span style="color: purple;">https://play.google.com/store/books/details/Marshall_McLuhan_Aforismi_e_profezie?id=pvA3ac6iMH4C&feature=search_result#?t=W10.</span></a><o:p></o:p></span><br />
<br />
<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">ps: per tanto tempo ho sentito dire che il problema dell'editoria era la distribuzione... ora se il problema persiste ha quantomeno cambiato forma.</span><br />
<span style="font-family: Calibri;">.</span>MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-12875076551133702132012-08-14T16:55:00.000+02:002012-08-14T17:02:41.288+02:00tutto potenzialmente falso<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Tra i <em><strong>tutoriali</strong></em> che spopolano su <em>YouTube</em> (a proposito, il tutorial è uno dei pochi 'generì' audiovisivi nativi della Rete, e che ha influenzato anche la Tv) ci sono quelli tecnico-informatici, solitamente destinati alla platea dei giovani 'smanettoni' e piuttosto autorefenziali.</span><br />
<br />
<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Grazie a uno di questi (<a href="http://www.youtube.com/watch?v=acpB7VazEW4" target="blank">http://www.youtube.com/watch?v=acpB7VazEW4</a>) ho avuto la conferma che ancora oggi è possibile per ognuno <strong>inviare e-mail con l'indirizzo di qualcun altro</strong> (cosa che personalmente facevo già 10 anni fa per mostrare la fragilità della Rete) e ho scoperto che è stata persino sviluppata una <em>app</em> per smartphone che consente di farlo dal proprio telefono senza alcuno sforzo.</span><br />
<br />
<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p>Anche se molto semplice e banale (la posta elettronica si basa sul protocollo Smtp, che è di tipo "aperto", cioè dichiara apertamente il proprio mittente), questa cosa mi fa un'enorme impressione: il fatto che tutte le comunicazioni e-mail, quelle personali, quelle professionali, quelle lavorative e aziendali, quelle che ci fanno commuovere e innamorare, quelle che muovono miliardi e miliardi di euro di accordi, di contratti, di lavori... siano <strong>tutte potenzialmente false</strong>, <strong>tutte solamente <em>verosimili</em></strong>, cred</o:p></span><span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p>o rappresenti <strong>la natura essenziale dei rapporti mediali, umani e sociali</strong>, che caratterizzano gli anni che stiamo vivendo.</o:p></span><br />
...<br />
<br />
<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p>P.S.: i teorici definiscono '<em>misinformazione</em>' la stessa qualità di contenuto (verosimile ma non dimostrabile) trasmessa dai mass media; qui il termine preciso sarebbe '<em><strong>miscomunicazione</strong></em>'..</o:p></span><br />
<br />
<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p>P.P.S.: per quanto possa sembrare incredibile, la diffusione su scala planetaria di un determinato sistema di comunicazione <strong>non dipende affatto dalla sua capacità di essere attendibile</strong>, bensì da tutt'altre qualità, a cominciare dalla pervasiva adattabilità. peraltro queste stesse qualità ne favoriscono il diffuso utilizzo da parte delle persone.</o:p></span><br />
<br />
<span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p>"<strong><em>L'accettazione docile e subliminale dei media li trasforma in prigioni senza muri per le persone che ne fanno uso.</em></strong>" </o:p></span><span style="font-family: 'Calibri','sans-serif'; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p> (McLuhan, Aforismi e profezie)</o:p></span><br />
<br />MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-20256645196870925792012-06-17T21:15:00.001+02:002012-06-17T21:17:03.664+02:00la morte in diretta sul web<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 12pt; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: Calibri;">La rete sta completando il processo di incorporazione delle nostre vite.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 12pt; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: Calibri;">Finora, alla resa totale della carne mancavano l’assorbimento dei suoi momenti essenziali: la nascita e la morte.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 12pt; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: Calibri;">Se nascere direttamente in rete è vicenda da perfezionare, già oggi la nostra fine può essere “condivisa”.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 12pt; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: Calibri;">Basta vedere “<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Dead Social</i></b>”, un’applicazione che ci aiuta a scomparire, salutare chi vogliamo, lasciare espressamente pubbliche le nostre ultime volontà... :</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 12pt; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><a href="http://deadsoci.al/" target="blank"><span style="color: purple; font-family: Calibri;">http://deadsoci.al/</span></a></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 12pt; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: Calibri;">Pensavamo di essere viaggiatori della rete, visitatori stranieri provenienti da un altro mondo, al quale tornare almeno per le esequie.. ma oramai siamo impiglianti in essa, anima e corpo.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt;">
<br /></div>MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-12495415435046226972012-06-10T20:48:00.000+02:002012-06-10T20:48:48.901+02:00quando tifa mcluhan..<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; mso-outline-level: 6;">
<span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-family: Calibri;">A proposito di calcio, una chicca di McLuhan tratta dal mio lavoro:</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; mso-outline-level: 6;">
<span style="color: #333333; mso-bidi-font-family: Tahoma; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-family: Calibri;"><br />"<em>L'odio dei tifosi per l'arbitro è ben riposto: è l'unico in campo a poter passare la palla al pubblico avversario</em>."</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; mso-outline-level: 6;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; mso-outline-level: 6;">
<br /></div>MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-10061964918940367062012-05-27T12:31:00.001+02:002012-05-27T12:34:42.390+02:00quando parla Alonso<span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Poco fa, a "Grand Prix" di Italia 1, ho visto
Giorgio Terruzzi intervistare Fernando Alonso e avere l'incauta
idea di chiedergli come mai ha presentato il suo nuovo casco con una foto da
lui stesso postata su Twitter...</span><br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Risposta: preferisco comunicare direttamente quando posso,
perché “<b><i>il 95% di quello che è riportato dai media è
manipolazione, la realtà è sempre un’altra cosa.</i></b>”</span><span style="font-family: Calibri, sans-serif;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif;">E conclude rassicurando Terruzzi: “Oggi fare il giornalista è
molto duro..”</span><span style="font-family: Calibri, sans-serif;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif;"><br /></span></div>MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6814944584803423003.post-26032899686031793132012-05-02T12:40:00.000+02:002012-05-27T12:44:05.231+02:00una Via per Magnotta!<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Mario Magnotta: l'unico caso italiano di creazione popolare di un personaggio noto.</span><br /><br>
<div>
<u><span style="color: #0000ee; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 10pt; line-height: 115%;"><a href="http://www.repubblica.it/cronaca/2012/04/26/news/l_aquila_una_via_per_mario_magnotta_mito_blasfemo_dello_scherzo_telefonico-33986666/" target="blank">http://www.repubblica.it/cronaca/2012/04/26/news/l_aquila_una_via_per_mario_magnotta_mito_blasfemo_dello_scherzo_telefonico-33986666/</a></span></u></div>
<div>
<span style="color: #0000ee; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: medium;"><span style="line-height: 20px;"><u><br /></u></span></span></div>MARAMPOhttp://www.blogger.com/profile/06061193918843020091noreply@blogger.com0